Piemonte unito, più autonomia

Il Consiglio regionale ha votato all’unanimità l’ordine del giorno proposto da Luca Bona.

Piemonte unito, più autonomia
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Piemonte unito, più autonomia. Il Consiglio regionale ha votato all’unanimità l’ordine del giorno proposto da Luca Bona.

Piemonte unito, più autonomia

Avviare un percorso di maggiore autonomia amministrativa e finanziaria anche per il Piemonte.  Questa la richiesta dell’ordine del giorno, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte, e proposto da Luca Bona (Fi). L'Odg impegna la Giunta regionale a “trattare con il governo nazionale, insieme con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, l’attribuzione di maggiori competenze e le conseguenti risorse, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione”.

«Una grandissima soddisfazione»

«Una grandissima soddisfazione, grazie ai colleghi di maggioranza e di minoranza, grazie al presidente Chiamparino e al vicepresidente che hanno guardato oltre le appartenenze. Ora proseguiamo in questo percorso storico che con la possibile costituzione delle ZES (zone economiche speciali) da una risposta concreta alle necessità del Vco e di tutte le aree periferiche e di confine».
In cosa consiste l’ordine del giorno?
«Lombardia, Veneto, Emilia Romagna costituiscono il 48 % del PIL Italiano, sono a tutti gli effetti non solo la locomotiva del paese, ma sono la parte non solo economicamente, ma autenticamente europea del Paese. Le tre principali regioni di quest’area hanno avviato il processo di acquisizione di maggiori competenze ai sensi degli articoli 116 e 117 della costituzione, intavolando una trattativa con il governo di Roma, sfociato in un accordo preliminare ed ufficiale sottoscritto il 18 febbraio 2018».

Le locomotive del Paese

«Ora il Piemonte è l’unica tra queste regioni che non ha ancora avviato questo processo di acquisizione di maggiori competenze. Piemonte che avrebbe pieno titolo a restare in questo gruppo di “locomotive”, e i piemontesi, soprattutto quelli delle province di confine vicine alla Lombardia, hanno il diritto di non essere ingiustamente penalizzati dall’inerzia della regione che ha oggettivamente gli indicatori economici post-fase acuta della crisi, peggiori di tutte le altre 3. A questo aggiungiamo che anche la Liguria starebbe per intraprendere il percorso di Lombardia Veneto ed Emilia Romagna».

Sandro Devecchi

Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di giovedì 19 luglio 2018

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