Veronica Pivetti al Coccia con “Viktor und Viktoria”

Lo spettacolo per la prima volta sulle scene italiane nella versione originale.

Veronica Pivetti al Coccia con “Viktor und Viktoria”
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Veronica Pivetti al Coccia con “Viktor und Viktoria”. Lo spettacolo per la prima volta sulle scene italiane nella versione originale.

Veronica Pivetti al Coccia con “Viktor und Viktoria”

Anche un ruolo en travesti per Veronica Pivetti. Oggi, sabato 24 novembre alle 21, e domani, domenica 25 novembre alle 16, l’attrice sarà protagonista sul palco del Teatro Coccia di Novara con “Viktor und Viktoria”, spettacolo inserito nel cartellone Varie-Età. Nella Berlino della Repubblica di Weimar la crisi colpisce anche il mondo dello spettacolo. Ed ecco allora che Viktoria (la Pivetti) è costretta a inventarsi un altro personaggio, Viktor, per conquistare le platee. E così sarà, in tutto il mondo. Ma il suo fascino androgino alimenterà sospetti e curiosità in una società che emette sentenze giudicando solo le apparenze.

Un doppio ruolo per Veronica Pivetti. Si è trovata a suo agio passando da Viktoria a Viktor? 
«Certamente! Per di più in uno spettacolo per la prima volta sulle scene italiane nella versione originale. C’era il film capolavoro con Julie Andrews che proveniva da una pellicola tedesca, ma qui proponiamo qualcosa di nuovo. Per me una bellissima sfida, occorre avere duttilità mentale e fisica: un vero spettacolo anche dietro le quinte, con una quantità incredibile di cambi, un continuo uscire dai panni dell’uomo e della donna. Un ruolo molto stimolante per un’attrice. Lo spettacolo tratta il tema dell’identità sessuale in un periodo libero, in molti ambiti, su cui però incombe l’ombra del nazismo».

Che messaggio arriva dal palco?
«È la lotta della protagonista per essere se stessa, la storia di una donna che non vuole rinunciare alla sua identità ma che la società obbliga a vestire panni diversi».
Sullo sfondo la Germania degli anni Trenta con l’ascesa del nazionalsocialismo.
«Un pericolo che non viene preso sul serio, che è sottovalutato. L’attrice, squattrinata e senza lavoro, grazie all’idea geniale di un amico inventa un personaggio en travesti. Poi la situazione le scappa di mano. E ci si mette anche l’amore a complicare le cose. Tra colpi di scena e qui pro qui si arriva al finale che non sveliamo».

Dove sta l’attualità del testo?
«Uno spettacolo contro i pregiudizi di ogni genere. E che, trattando della mancanza del lavoro, suona tremendamente attuale. Lui e lei non riescono a mangiare, hanno fame, si scannano per una mela che rotola per strada. E la donna, pur di lavorare, si finge dell’altro sesso. Qualcosa di paradossale».

Progetti immediati? Tra tv, teatro e libri?
«Sto trascurando il mio nuovo libro, la tournée teatrale mi impedisce di concentrarmi. Ma il suo tempo il libro se lo riprenderà. E sulla tv stiamo ragionando: è la mia casa, voglio continuare a frequentarla».

Un ritorno al Coccia per lei.
«A Novara ho proposto la mia Lady Mortaccia. Era piaciuta, quanto affetto dal pubblico. Sono felice di venire ancora nel vostro teatro, un gradito ritorno».
Eleonora Groppetti

 

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