Pennac a Novara, unica data in Italia

L’autore francese all’Arengo per Scrittori&Giovani presenta il libro in uscita per Feltrinelli, “Mio fratello”.

Pennac a Novara, unica data in Italia
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Pennac a Novara, unica data in Italia L’autore francese all’Arengo per Scrittori&Giovani presenta il libro in uscita per Feltrinelli, “Mio fratello”.

Pennac a Novara, unica data in Italia

La notizia? Non che torna a Novara, ma che lo fa in esclusiva: è l’unica data in Italia. Domenica 21 ottobre lo scrittore francese Daniel Pennac sarà all’ombra della Cupola ospite dell’anteprima della rassegna Scrittori&Giovani che lo accolse a braccia aperte nell’aprile del 2009. Per lui fu un vero bagno di folla a Palazzo Natta. Non tutti quelli venuti ad ascoltare il “padre” di Benjamin Malaussène riuscirono a entrare. Strapieno il salone d'onore della Prefettura: chi seduto, chi per terra, chi in piedi. In tanti rimasero fuori, sullo scalone del palazzo. E lo incontrarono dopo, nella sala consiliare, quando firmò autografi per più di un'ora. 400 le persone presenti stimarono gli organizzatori.

All’Arengo per Scrittori&Giovani

Il grande evento ora si terrà nell’Arengo del Broletto con inizio alle ore 18.30. E' l’anteprima del festival organizzato dal Centro Novarese di Studi Letterari in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori e Libreria Lazzarelli. Pennac presenterà il nuovo libro, “Mio fratello”, in uscita il 18 ottobre per Feltrinelli: un omaggio al fratello amato e perduto. Vogliamo riprendere la cronaca di quella domenica pomeriggio del 2009 a Palazzo Natta. «Il decalogo è sempre attuale – le parole di Pennac, fortemente voluto da Paola Turchelli, promotrice della rassegna quale vice presidente della Provincia -. Anzi. Bisognerebbe aggiungerne un undicesimo: il diritto di addormentarsi mentre si legge. Ovviamente un libro che si adora. È come tuffarsi in un sogno. Un libro che ti annoia, invece, non ti fa dormire, ma arrabbiare».

L'amore per la lettura

A Novara lo scrittore francese ha dichiarato il suo folle amore per la lettura. Una piacevole chiacchierata. Rispondendo alle domande di Sergio Pent, critico letterario della Stampa, tradotte da Paolo Noseda, Pennac ha rivestito anche i panni di educatore. Ha attinto al mondo della scuola per scrivere “Diario di scuola”, l’opera presentata quel giorno. Una dimensione più autobiografica, una riflessione sul ruolo degli studenti e degli insegnanti. Era un pessimo studente, l'ultimo della classe, ma «non so perché. Certo la situazione era tragica. Ho trovato professori che mi hanno fatto superare questo problema quando era troppo tardi. Peccato non prima perché sarei stato un ragazzo meno infelice».

Sbagliato sparare sulla scuola

Ha ricordato l'insegnante che di fronte alla sua ennesima bugia si era comportata da pedagogo. «Gli insegnanti eccellenti – il suo credo - sono quelle persone che non hanno messo in discussione le incapacità degli alunni dal punto di vista morale, ma pedagogico». Per lui è sbagliato sparare sulla scuola e dire che è in crisi. Perché «questa, a differenza di altre istituzioni, è giovane. Ha solo 60 anni. È uno strumento nuovo di cui non si conosce l'utilizzo». Ma la scuola, lo ha detto con chiarezza, deve «creare esseri intelligenti che sappiano adattarsi ai cambiamenti della società». A suggello della giornata novarese di Pennac la consegna del premio internazionale alla carriera Scrittori&Giovani da parte del presidente della Provincia, Sergio Vedovato. In quella motivazione, al “paladino del piacere della lettura, che ci ha raccontato con passione i diritti imprescindibili dei lettori, facendoci scoprire che 'il tempo di leggere, come quello di amare, dilata il tempo di vivere'” una vera dichiarazione d'amore per il libro. E sarà così anche la prossima volta.

Eleonora Groppetti

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