Rimborsopoli, novaresi condannati

Ribaltata in appello la sentenza di primo grado per Giordano, Cota e La Rocca.

Rimborsopoli, novaresi condannati
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Rimborsopoli, novaresi condannati. Ribaltata in appello la sentenza di primo grado per Massimo Giordano, Roberto Cota e Girolamo La Rocca.

Rimborsopoli, novaresi condannati

Un processo d’appello che ribalta quasi completamente, certo per la maggior parte, il giudizio di primo grado. E’ quanto si è vissuto martedì pomeriggio, a Torino, per il processo di secondo grado per la vicenda della “Rimborsopoli” piemontese. Il caso vede il coinvolgimento anche di tre novaresi, l’ex primo cittadino ed assessore regionale alle Attività produttive Massimo Giordano, l’ex governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota, e l’ex consigliere regionale, già presidente del Consiglio comunale di Novara, Girolamo La Rocca. Una vicenda che, ai tempi in cui emerse l’inchiesta per peculato, fece parlare di ‘spese pazze’, pagate dai consiglieri, sempre secondo l’accusa, con il budget, dunque, che era a disposizione dei rispettivi gruppi consigliari.

Ribaltata in appello la sentenza di primo grado

La lettura della sentenza intorno alle 18,30. Una sentenza che ha visto tutti gli oltre venti imputati condannati e in cui, dunque, la Corte ha accolto le richieste del procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi, rovesciando quanto successo in primo grado, quando oltre la metà degli imputati erano stati invece assolti. Il procuratore generale aveva chiesto, infatti, nella sua requisitoria, la condanna per tutti, sia per coloro che erano stati assolti in primo grado, sia per coloro che all’epoca erano invece stati condannati, ma in quel caso solamente per alcune e non per tutte le spese contestate dalla Procura (ha chiesto insomma che vengano condannati anche per quegli episodi per cui, in primo grado, erano stati assolti).

Doppi benefici di legge

Sono stati condannati, dunque, anche i tre novaresi, che in primo grado erano stati assolti. I giudici della Corte d’appello hanno condannato a un anno e sette mesi Roberto Cota e a un anno e sei mesi tanto Massimo Giordano quanto Girolamo La Rocca. Per tutti e tre c’è stata la concessione dei doppi benefici di legge, ossia la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziale. Il procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto 2 anni e 9 mesi per Giordano e 2 anni e 4 mesi per Cota e La Rocca. I difensori avevano ribadito l’estraneità ai fatti dei propri assistiti, chiedendo l’assoluzione. Le motivazioni della sentenza saranno depositate a 90 giorni.

Non è escluso il ricorso in Cassazione

Non è escluso che le difese, una volta lette le motivazioni, ricorrano in Cassazione. Sicuramente lo faranno i difensori di Cota e Giordano. In merito a Girolamo La Rocca il suo avvocato Renzo Inghilleri ha dichiarato: «La sentenza della Corte, sia pure senza concrete conseguenze negative per il mio assistito, stante la concessione della condizionale e della non menzione della condanna, lascia perplessi. Ciò soprattutto in considerazione della pronuncia assolutoria di primo grado, decisa dal Tribunale di Torino, a seguito di un'attenta distinzione fra le varie posizioni, svolta dai primi Giudici, in base a condivisibili argomentazioni logico-giuridiche. Naturalmente il mio assistito ed io, una volta letta la motivazione, che sarà depositata nel termine di novanta giorni, valuteremo la possibilità di ricorrere in Cassazione». Condannato anche il valsesiano-novarese, neo-parlamentare del Carroccio, Paolo Tiramani. Per lui la condanna è a un anno e cinque mesi. Era stato anche lui uno dei tanti assolti in primo grado.
mo.c.

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