Fusione Gattico Veruno, il referendum popolare

Si voterà tra il 1° ottobre e il 15 novembre, già definiti gli incontri pubblici di settembre.

Fusione Gattico Veruno, il referendum popolare
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Fusione tra i Comuni di Gattico e Veruno: ora il referendum popolare. Passa ai cittadini la possibilità di esprimersi, attraverso un referendum che si terrà tra il primo ottobre e il 15 novembre sulla scelta già approvata da Provincia e Regione. Dell’iter e delle conseguenze della fusione ha parlato il sindaco di Gattico, Andrea Zonca, in un primo incontro pubblico insieme al sindaco di Veruno, Gualtiero Pastore. «Credo molto in questo progetto – ha detto Zonca – possibile soluzione per ovviare a difficoltà dei due comuni, avere maggiori risorse, abbassare i costi dei servizi e aumentare le entrate». Oltre a risparmi (stimati 275mila euro per 10 anni) e maggiori entrate, per i primi 5 anni si prefigura «la non sottomissione al patto di stabilità che consentirebbe investimenti infrastrutturali».

Referendum, incontri pubblici

Già definiti alcuni incontri con la popolazione a settembre: il 13, il 20 ed il 27 alle ore 21, in luogo ancora da definire. Il dibattito sollecitato dai cittadini presenti al primo incontro ha riguardato, tra l’altro, piani regolatori e tasse, l’efficienza e la specializzazione degli uffici, il costo minore dei servizi. Pastore ha evidenziato la vicinanza dei due territori (500 metri tra l’ultima casa di Gattico e la prima di Veruno), la necessità di guardare al futuro, l’importanza del trasporto pubblico locale anche in funzione turistica.

Gattico Veruno, il nuovo Comune

Il nuovo Comune, se riceverà i consensi della cittadinanza, dovrà superare l’approvazione dei due Consigli comunali. Il nuovo municipio avrà la sede principale a Gattico, altri uffici saranno dislocati a Veruno.  Dopo il referendum rimarranno in carica i due sindaci e un commissario, sino alle elezioni amministrative che eleggeranno il nuovo sindaco alla scadenza naturale, nel maggio 2019.

Maria Antonietta Trupia

Commenti
marco baldino

Speriamo sia il primo di tanti esempi. Non si possono più affrontare le sfide contemporanee con "cascine allargate" di poche centinaia di abitanti e pochissime unità ( a volte proprio 1 o 2 ) persone che debbono sopperire a tutti i servizi comunali.

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