L’Università del Piemonte orientale è eccellenza medica nazionale

L’Università del Piemonte orientale è eccellenza medica nazionale
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Sono stati pubblicati i risultati della valutazione del MIUR relativa al Fondo di finanziamento dei Dipartimenti di Eccellenza; il Dipartimento di Scienze della Salute e il Dipartimento di Medicina Traslazionale, che nell’insieme compongono la Scuola di Medicina, hanno superato anche la seconda fase di valutazione, ottenendo l’accesso al finanziamento quinquennale (2018-2022) per 14,6 milioni di euro (7.309.355 euro ciascuno).
La selezione preliminare, svoltasi a maggio, si basava sui risultati della VQR 2011-2014: entrambi i dipartimenti della Scuola di Medicina di Novara avevano ottenuto il punteggio massimo (100 su 100, insieme al Dipartimento di Studi Umanistici); nella seconda fase sono stati presi in considerazione i progetti di ricerca presentati dai dipartimenti: un progetto sull’Aging (malattie e disabilità durante l’invecchiamento, percorsi di trattamento e cura) per Medicina Traslazionale e il progetto “FOHN” (Food for Health: an Integrated Approach) per Scienze della Salute.
Si tratta di un’iniziativa che finalmente misura e riconosce il potenziale innovativo degli atenei. Il risultato premia la Scuola di Medicina nel suo complesso, un caso forse unico nel panorama italiano, poiché nelle altre realtà dipartimentali degli atenei non tutte le componenti sono rappresentate.
«Ora è indispensabile – ha dichiarato il rettore Cesare Emanuel – che le istituzioni regionali e nazionali riservino alla Città della Salute di Novara la stessa attenzione che accordano a progetti simili. Essa non può più essere considerata come un nuovo Ospedale o un centro di formazione, ma come un centro di innovazione e di ricerca di livello nazionale ed europeo, alla stregua delle altre città della salute che si stanno realizzando».
«La Scuola di Medicina deve diventare un punto di riferimento per tutta l’area del Piemonte orientale – prosegue il rettore – La realizzazione di questo progetto implica che essa abbia una presenza organica nelle tre sedi istituzionali dell’Ateneo. Per questo chiediamo ai nostri interlocutori istituzionali un impegno concreto anche su Alessandria, così come sta avvenendo a Vercelli». Sono stati pubblicati i risultati della valutazione del MIUR relativa al Fondo di finanziamento dei Dipartimenti di Eccellenza; il Dipartimento di Scienze della Salute e il Dipartimento di Medicina Traslazionale, che nell’insieme compongono la Scuola di Medicina, hanno superato anche la seconda fase di valutazione, ottenendo l’accesso al finanziamento quinquennale (2018-2022) per 14,6 milioni di euro (7.309.355 euro ciascuno).
La selezione preliminare, svoltasi a maggio, si basava sui risultati della VQR 2011-2014: entrambi i dipartimenti della Scuola di Medicina di Novara avevano ottenuto il punteggio massimo (100 su 100, insieme al Dipartimento di Studi Umanistici); nella seconda fase sono stati presi in considerazione i progetti di ricerca presentati dai dipartimenti: un progetto sull’Aging (malattie e disabilità durante l’invecchiamento, percorsi di trattamento e cura) per Medicina Traslazionale e il progetto “FOHN” (Food for Health: an Integrated Approach) per Scienze della Salute.
Si tratta di un’iniziativa che finalmente misura e riconosce il potenziale innovativo degli atenei. Il risultato premia la Scuola di Medicina nel suo complesso, un caso forse unico nel panorama italiano, poiché nelle altre realtà dipartimentali degli atenei non tutte le componenti sono rappresentate.
«Ora è indispensabile – ha dichiarato il rettore Cesare Emanuel – che le istituzioni regionali e nazionali riservino alla Città della Salute di Novara la stessa attenzione che accordano a progetti simili. Essa non può più essere considerata come un nuovo Ospedale o un centro di formazione, ma come un centro di innovazione e di ricerca di livello nazionale ed europeo, alla stregua delle altre città della salute che si stanno realizzando».
«La Scuola di Medicina deve diventare un punto di riferimento per tutta l’area del Piemonte orientale – prosegue il rettore – La realizzazione di questo progetto implica che essa abbia una presenza organica nelle tre sedi istituzionali dell’Ateneo. Per questo chiediamo ai nostri interlocutori istituzionali un impegno concreto anche su Alessandria, così come sta avvenendo a Vercelli».

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