Caso Jo Squillo, il Pd chiede le dimissioni del sindaco di Trecate

Caso Jo Squillo, il Pd chiede le dimissioni del sindaco di Trecate
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«A questo punto, per il bene dei cittadini trecatesi, sarebbe auspicabile che il sindaco Federico Binatti rassegnasse le dimissioni». A chiederlo, per la verità con toni pacati anche se estremamente decisi, sono i tre consiglieri della minoranza del Pd, Filippo Sansottera, Marco Uboldi e Pietro Campa, intervenuti con il segretario provinciale del partito, Sergio De Stasio, alla conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di ieri nella sede provinciale dei “dem”, ulteriore tappa della vicenda dei “pacchi” legata alla manifestazione “Riso, gorgonzola e antichi sapori” tenutasi lo scorso mese di settembre, che ha portato negli ultimi giorni la terza città della provincia alla ribalta nelle cronache nazionali.
De Stasio, una volta tanto, ha voluto «iniziare dalla fine», dalla lettera (datata martedì 27) nella quale il primo cittadino trecatese ha ammesso «che la “procedura seguita per gestire questo evento non è stata sicuramente indicatore di trasparenza”». Una missiva, è stato aggiunto dai tre esponenti trecatesi del Pd, «nella quale Binatti ci ringrazia per il ruolo di controllo da noi svolto con correttezza, riaffermando che l’autore dell’errore avrebbe dovuto pagare». Tutto questo, però, non basta. Non è sufficiente l’aver “sacrificato” unicamente il vicesindaco e assessore Giorgio Capoccia: «In attesa di fare la massima chiarezza sull’accaduto, anche il primo cittadino deve trarne le dovute conseguenze politiche».

A stretto giro, pronta la replica del sindaco di Trecate Federico Binatti, che si dice «stupito» del fatto che il Pd ne abbia chiesto le dimissioni. «Capisco che domenica si voterà per il rinnovo del Parlamento e dunque un Pd che rischia di essere spazzato via si aggrappi veramente a tutto, ma in questo caso si è superato ogni limite. Credo di essermi comportato in maniera più che corretta, intervenendo quando il caso, di cui non ero assolutamente a conoscenza, è deflagrato.   Non ho esitato quindi a prendere una decisione forte come la revoca dell’incarico al mio vice». Una scelta, secondo Binatti, «doverosa nei confronti dell’Ente.   Con senso di responsabilità - prosegue - ho infine agito nell’interesse dell'Amministrazione nel ricercare una collaborazione che consentisse l’approvazione di un documento di fondamentale importanza come il bilancio di previsione.   Ho la coscienza a posto. Sono certo che i miei concittadini apprezzino la decisione che ho preso».

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«A questo punto, per il bene dei cittadini trecatesi, sarebbe auspicabile che il sindaco Federico Binatti rassegnasse le dimissioni». A chiederlo, per la verità con toni pacati anche se estremamente decisi, sono i tre consiglieri della minoranza del Pd, Filippo Sansottera, Marco Uboldi e Pietro Campa, intervenuti con il segretario provinciale del partito, Sergio De Stasio, alla conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di ieri nella sede provinciale dei “dem”, ulteriore tappa della vicenda dei “pacchi” legata alla manifestazione “Riso, gorgonzola e antichi sapori” tenutasi lo scorso mese di settembre, che ha portato negli ultimi giorni la terza città della provincia alla ribalta nelle cronache nazionali.
De Stasio, una volta tanto, ha voluto «iniziare dalla fine», dalla lettera (datata martedì 27) nella quale il primo cittadino trecatese ha ammesso «che la “procedura seguita per gestire questo evento non è stata sicuramente indicatore di trasparenza”». Una missiva, è stato aggiunto dai tre esponenti trecatesi del Pd, «nella quale Binatti ci ringrazia per il ruolo di controllo da noi svolto con correttezza, riaffermando che l’autore dell’errore avrebbe dovuto pagare». Tutto questo, però, non basta. Non è sufficiente l’aver “sacrificato” unicamente il vicesindaco e assessore Giorgio Capoccia: «In attesa di fare la massima chiarezza sull’accaduto, anche il primo cittadino deve trarne le dovute conseguenze politiche».

A stretto giro, pronta la replica del sindaco di Trecate Federico Binatti, che si dice «stupito» del fatto che il Pd ne abbia chiesto le dimissioni. «Capisco che domenica si voterà per il rinnovo del Parlamento e dunque un Pd che rischia di essere spazzato via si aggrappi veramente a tutto, ma in questo caso si è superato ogni limite. Credo di essermi comportato in maniera più che corretta, intervenendo quando il caso, di cui non ero assolutamente a conoscenza, è deflagrato.   Non ho esitato quindi a prendere una decisione forte come la revoca dell’incarico al mio vice». Una scelta, secondo Binatti, «doverosa nei confronti dell’Ente.   Con senso di responsabilità - prosegue - ho infine agito nell’interesse dell'Amministrazione nel ricercare una collaborazione che consentisse l’approvazione di un documento di fondamentale importanza come il bilancio di previsione.   Ho la coscienza a posto. Sono certo che i miei concittadini apprezzino la decisione che ho preso».

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