Ex Officine Grafiche, ancora nessun futuro per i lavoratori

Solo in venti, su 150, hanno trovato una nuova occupazione.

Ex Officine Grafiche,  ancora nessun futuro per i lavoratori
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A un anno esatto dalla chiusura, non si faccia calare il sipario sulla situazione degli ex lavoratori delle Officine Grafiche De Agostini. "E' un'azienda che ha fatto la storia della città, - dice il segretario della Camera del lavoro Attilio Fasulo - non può finire nell'oblio".

"Gli ex lavoratori delle Officine Grafiche meritano attenzione"

Era esattamente il marzo 2017 quando le Officine Grafiche De Agostini, dopo un lungo periodo di cassa integrazione, chiusero i battenti. I lavoratori coinvolti erano 148, per la maggior parte over 40 e con una professionalità molto specifica, pertanto difficilmente ricollocabili.

E infatti, ad oggi, solo 20 di loro hanno trovato un’occupazione a tempo indeterminato, mentre 80 persone sono in Naspi e meno di 20 sono coinvolte in procedure di prepensionamento, come previsto dalla legge del dicembre 2017 . La restante parte sta lavorando con contratti brevi, per lo più di somministrazione.

"Chiesto un tavolo urgente"

La situazione, dunque, è ancora tutt'altro che risolta. Per questo la Cgil intende tenere alta l'attenzione sul futuro degli ex dipendenti delle Officine Grafiche. "Con il passare dei mesi e con la conseguente decurtazione del Naspi - dice la segretaria della Slc Cgil Silvia Franco - i lavoratori cominciano a fare fatica a garantire una dignitosa sopravvivenza a se stessi e alle proprie famiglie. Un’azienda dal passato così importante per il nostro territorio ma soprattutto i suoi lavoratori meritano tutta la nostra attenzione".

Nei giorni scorsi, il sindacato  ha incontrato l’onorevole Franca Biondelli ed il sindaco di Novara Alessandro Canelli, "ricordandogli l'impegno che si era preso con i lavoratori all'indomani della chiusura. In questi mesi, soprattutto nel comparto commerciale, in città non sono mancate le occasioni. Ma per gli ex dipendenti delle Officine Grafiche non si è aperta alcuna porta". L'obiettivo, spiega Fasulo, è anche quello "di aprire un proficuo dialogo con la famiglia Boroli. Abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo urgente per provare, insieme, a risolvere una situazione occupazionale molto preoccupante".

l.c.

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