Omicidio Lagrutta: per Stentardo riparte tutto da capo

Omicidio Lagrutta: per Stentardo riparte tutto da capo
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NOVARA, Colpo di scena, pur se non inatteso, martedì 16 gennaio in Tribunale a Novara, al processo con rito abbreviato per l’omicidio di Ida Lagrutta, la gioielliera aggredita nel suo negozio di corso Risorgimento il 18 novembre 2011 e morta 10 giorni dopo in ospedale per le ferite riportate.

L’imputato, il 61enne Salvatore Stentardo, che aveva confessato il delitto della donna e già in carcere condannato a un ergastolo per un altro fatto di sangue, aveva già annunciato, qualche settimana fa, di voler ritrattare quanto sinora dichiarato, di ritrattare, dunque, la sua versione dei fatti fornita all’autorità giudiziaria e agli inquirenti. E così ha fatto. Assistito dal suo nuovo difensore, l’avvocato Carla Montarolo del Foro di Biella, ha sostenuto di essere stato sollecitato a una collaborazione e di aver capito all’epoca che la confessione sarebbe potuta essere una collaborazione con gli inquirenti. Avrebbe dunque confessato qualcosa che non ha compiuto. Il difensore ha chiesto così l’assoluzione dell’uomo. In preliminare anche la giovane Denise Fontana, che all’epoca l’uomo frequentava e finita con l’essere accusata di ricettazione di gioielli e orologi che Stentardo avrebbe portato via la sera dell’aggressione al compro oro “Oro 999”. In questo caso, il difensore dell’uomo, l’avvocato Patrizia Bartaloni, ha chiesto la revoca del patteggiamento che era già stato stabilito e un non luogo a procedere. Dopo una pausa di qualche ora, il giudice ha rigettato la richiesta del difensore della donna, confermando il patteggiamento a 1 anno, 4 mesi e 20 giorni (donna che ha sempre negato di aver ricettato quei gioielli), mentre per Stentardo ha restituito gli atti in Procura, affinché il pm formuli un nuovo capo d’imputazione. Il processo, quindi, per quest’ultimo, dovrà ripartire.

mo.c.

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 18 gennaio


NOVARA, Colpo di scena, pur se non inatteso, martedì 16 gennaio in Tribunale a Novara, al processo con rito abbreviato per l’omicidio di Ida Lagrutta, la gioielliera aggredita nel suo negozio di corso Risorgimento il 18 novembre 2011 e morta 10 giorni dopo in ospedale per le ferite riportate.

L’imputato, il 61enne Salvatore Stentardo, che aveva confessato il delitto della donna e già in carcere condannato a un ergastolo per un altro fatto di sangue, aveva già annunciato, qualche settimana fa, di voler ritrattare quanto sinora dichiarato, di ritrattare, dunque, la sua versione dei fatti fornita all’autorità giudiziaria e agli inquirenti. E così ha fatto. Assistito dal suo nuovo difensore, l’avvocato Carla Montarolo del Foro di Biella, ha sostenuto di essere stato sollecitato a una collaborazione e di aver capito all’epoca che la confessione sarebbe potuta essere una collaborazione con gli inquirenti. Avrebbe dunque confessato qualcosa che non ha compiuto. Il difensore ha chiesto così l’assoluzione dell’uomo. In preliminare anche la giovane Denise Fontana, che all’epoca l’uomo frequentava e finita con l’essere accusata di ricettazione di gioielli e orologi che Stentardo avrebbe portato via la sera dell’aggressione al compro oro “Oro 999”. In questo caso, il difensore dell’uomo, l’avvocato Patrizia Bartaloni, ha chiesto la revoca del patteggiamento che era già stato stabilito e un non luogo a procedere. Dopo una pausa di qualche ora, il giudice ha rigettato la richiesta del difensore della donna, confermando il patteggiamento a 1 anno, 4 mesi e 20 giorni (donna che ha sempre negato di aver ricettato quei gioielli), mentre per Stentardo ha restituito gli atti in Procura, affinché il pm formuli un nuovo capo d’imputazione. Il processo, quindi, per quest’ultimo, dovrà ripartire.

mo.c.

 

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