Lite ai servizi sociali, arrestato

Accusato di violenza privata un 30enne cittadino italiano.

Lite ai servizi sociali, arrestato
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Lite ai servizi sociali, arrestato. Accusato di violenza privata un 30enne cittadino italiano che ha strappato con forza dalle mani il telefonino di un dirigente.

Lite ai servizi sociali, arrestato

Si reca alla sede dei Servizi sociali del Comune di Novara, in corso Cavallotti, per chiedere informazioni all’assistente sociale che lo segue sul modo per poter ottenere il bonus da 1.500 euro per chi libera l’alloggio presente all’ex Villaggio Tav di via Alberto da Giussano.
L’assistente gli spiega che deve rivolgersi al dirigente dei Servizi Politiche sociali e della casa e lui si reca dal funzionario, il quale gli riferisce di aspettare un attimo all’esterno dell’ufficio. L’uomo, di tutta risposta, cerca di entrare in tutti i modi dove si trova il dirigente e, in pochi istanti, riuscendo ad aprire la porta, è praticamente all’interno dell’ufficio. Il funzionario, stando a quanto ricostruito dalle Forze dell’Ordine, in quel momento, ha in mano un telefono cellulare, a quanto risulta per chiamare la Questura o comunque per effettuare una telefonata.

Il telefonino strappato dalle mani del dirigente

Il giovane, dopo essere entrato negli uffici, forse temendo una chiamata alle Forze dell’Ordine, strappa con la forza il telefonino dalle mani del dirigente. Quest’ultimo, a questo punto, chiede aiuto ad altre due persone presenti in zona e quindi chiama direttamente la Questura.
Il protagonista dell’episodio, invece, scende velocemente le scale e guadagna l’uscita su corso Cavallotti. All’esterno dei Servizi sociali, però, trova gli agenti della Volante, che lo arrestano con le accuse di violenza privata e violazione di domicilio. L’uomo sarebbe indagato anche per minacce. Ieri mattina, in Tribunale a Novara, assistito dall’avvocato Lorena Fornarelli, si è svolta la direttissima. Nei confronti dell’uomo, un italiano sui 30 anni, con precedenti, dopo la convalida dell’arresto, è stata disposta la misura dell’obbligo di firma, in attesa del processo, che è stato aggiornato al prossimo 26 giugno. L’uomo rigetta gli addebiti e sostiene che non sia andata come riferito dalle Forze dell’Ordine.
mo.c.

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