Banda sgominata per traffico di droga da S. Domingo all’Italia: dopo gli abbreviati, due a processo ordinario

Banda sgominata per traffico di droga da S. Domingo all’Italia: dopo gli abbreviati, due a processo ordinario
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NOVARA - Processo, mercoledì 4 febbraio in Tribunale a Novara, a carico di due membri della banda sgominata a fine gennaio dello scorso anno dalla Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, nell’ambito dell’operazione “White sugar”.

Un’inchiesta per traffico internazionale di droga dal Sud America all’Italia e la cui base, stando alle indagini, era Galliate.

Alla sbarra, per spaccio di sostanze stupefacenti, Raul Conforti, 39enne di Empoli, soprannominato il ‘chimico’ e arrestato poi solo a maggio (si era reso latitante), e Raffaele Veloz, 45.

NOVARA - Processo, mercoledì 4 febbraio in Tribunale a Novara, a carico di due membri della banda sgominata a fine gennaio dello scorso anno dalla Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, nell’ambito dell’operazione “White sugar”.

Un’inchiesta per traffico internazionale di droga dal Sud America all’Italia e la cui base, stando alle indagini, era Galliate.

Alla sbarra, per spaccio di sostanze stupefacenti, Raul Conforti, 39enne di Empoli, soprannominato il ‘chimico’ e arrestato poi solo a maggio (si era reso latitante), e Raffaele Veloz, 45.

In aula, davanti al giudice Fabrizia Pironti di Campagna, diversi i testi escussi, in particolare alcuni finanzieri che hanno condotto le indagini. Per comunicare tra loro e ordinare la sostanza stupefacente, come spiegato dai testi, avevano ideato un sistema particolare e che pensavano potesse eludere i controlli degli investigatori. C’era una mail a conoscenza di tutti (con relativa password), ma anziché inviare i messaggi da una parte all’altra del mondo, il mittente lasciava il messaggio in ‘bozze’ (ossia non li spediva). L’altro, dall’altra parte, andava sulla stessa mail e, senza che arrivasse nulla di nuovo, senza che ci fosse alcun ‘traffico’ mail, guardava la casella bozze scritta dall’altra persona e lì trovava le indicazioni.

Una strategia che consentiva di gestire numerosi quantitativi di droga, in particolare cocaina, proveniente da Santo Domingo. Un modo per limitare all’essenziale i contatti telefonici.

La base operativa, come emerse dalle indagini, era a Galliate, nella villa-bunker di Giuseppe Modica. Quest’ultimo e il figlio sono già stati condannati in abbreviato, lo scorso maggio, a 18 anni di carcere ciascuno. Condanne anche per altri collaboratori, per pene che vanno dai 3 ai 15 anni di carcere.

Conforti e Veloz sono processati con rito ordinario. Il primo parrebbe si occupasse della trasformazione della pasta di coca, mentre Veloz sarebbe stato un intermediario per gli acquisti.

mo.c.

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