Accoltellò l'amica, condannato a sei anni

L'episodio lo scorso anno in via Casorati a Novara.

Accoltellò l'amica, condannato a sei anni
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Accoltellò l'amica, condannato a sei anni. L'episodio era avvenuto nel maggio dello scorso anno in via Casorati a Novara.

Accoltellò l'amica, condannato a sei anni

L'episodio si era registrato nel pomeriggio del 27 maggio dello scorso anno in via Casorati a Novara. Un uomo, Ermenegildo Crivellari, 53enne di Novara, aveva accoltellato all'altezza dell'inguine, a quanto risulta a seguito di una lite, un'amica con cui all'epoca condivideva per necessità un alloggio. Sul posto si era recata la Polizia che era intervenuta con una Volante. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori,  l'uomo avrebbe afferrato un coltello, iniziando a rincorrere la donna, anche lei novarese, cercando di colpirla.

Colpita all'inguine

La coinquilina era riuscita a scappare lungo le scale del condominio, ma Crivellari sarebbe riuscito a raggiungerla, colpendola all'inguine nel cortile della casa. La donna, immediatamente soccorsa dal personale del 118, era stata portata in ospedale a Novara, dove le era stata riscontrata una ferita particolarmente profonda, ma non risultava in pericolo di vita. La prognosi per lei era stata di venti giorni. Sentita dalla polizia per ricostruire l'intero episodio aveva riferito di altre aggressioni che avrebbe subito in precedenza e di alcuni atteggiamenti molesti dell'uomo.

Tentato omicidio, lesioni e violenza sessuale

A Crivellari, in carcere da quel giorno sono stati così contestati altri reati, oltre al tentato omicidio, contestazione avanzata già nei primi giorni successivi all'accaduto da parte del pubblico ministero Francesca Celle. E' finito per essere processato con rito abbreviato, per tentato omicidio, lesioni e violenza sessuale. Per lui, la scorsa settimana a Palazzo Fossati la condanna a 6 anni di reclusione. Il pubblico ministero, a conclusione della sua requisitoria, aveva chiesto invece una pena di 7 anni e 4 mesi.

Derubricazione non accolta

Il difensore dell'uomo, l'avvocato Maria Teresa Bizzozero del Foro di Novara, aveva chiesto la derubricazione dell'imputazione da tentato omicidio a lesioni personali, sostenendo come - anche in base a quanto emerso da alcune consulenze di natura medica - "non fossero stati colpiti organi vitali". Una derubricazione che il giudice non ha accolto, accogliendo dunque la ricostruzione dell'episodio effettuata dalla Polizia. Stando al difensore "non c'erano neanche prove di precedenti liti violente" fra i due coinquilini.  La difesa, nel chiedere l'assoluzione, ha anche sostenuto come le affermazioni della donna su supposti palpeggiamenti che sarebbero avvenuti in passato sarebbero particolarmente generiche. L'avvocato Bizzozero ha già preannunciato che ricorrerà in appello.

Nella stessa casa per necessità

Quel giorno i poliziotti avevano proceduto all'arresto dell'uomo, che si era liberato del coltello. L'arma era stata comunque rintracciata non distante dal corpo della vittima ed era stata sequestrata. I due vivevano nello stesso appartamento per necessità, per dividere le spese. La casa è dell'uomo che all'epoca viveva grazie a una borsa lavoro e che aveva ospitato la donna per aiutarsi a vicenda. Nell'appartamento ora vive l'amica, anche perchè il 53enne ha sempre riferito di non voler più fare rientro in quell'abitazione, ragion per cui, tra l'altro, non ha mai potuto fruire di misure meno gravi come ad esempio gli arresti domiciliari. La vittima non si è costituita parte civile al processo.

Monica Curino

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