Un Vescovo riformatore vicino al territorio

Un Vescovo riformatore vicino al territorio
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NOVARA - «Non una celebrazione retorica, ma l’attualizzazione di una figura che ha lasciato una traccia profonda per secoli. Una grande Vescovo riformatore che ha saputo interpretare e dare impulso al suo tempo». Le parole del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla inquadrano il significato delle iniziative promosse da Diocesi, Associazione di Storia della Chiesa Novarese e Archivio Storico Diocesano (con il sostegno di Fondazione della Comunità del Novarese Onlus, Fondazione BpN per il Territorio, Comitato Club Novaresi e Interlinea) per il quarto centenario della morte del venerabile Carlo Bascapè, 96° vescovo di Novara (1593-1615): “Carlo Bascapè vescovo riformatore. L’attualità della sua opera tra Chiesa e società”, fino al 29 settembre un ricco calendario di eventi. Un «grande Vescovo, uno dei figli più insigni della nostra Chiesa – così padre Marco Canali, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi - le cui spoglie riposano nella chiesa di San Marco». Sarà «una settimana intensa – ha detto monsignor Fausto Cossalter, vicario generale della Diocesi –, promossa nel quarto centenario della morte, avvenuta il 6 ottobre 1615. Leggere il presente guardando il passato. Un’opportunità da non perdere, legata al nostro momento storico, al rilancio del cammino della Chiesa diocesana attraverso il Sinodo». Cinque giorni di eventi. Ieri, venerdì 25 settembre, alle 18 in Prefettura la cerimonia civile “Semper Novaria” con l’apertura delle celebrazioni, la lectio magistralis del vescovo Brambilla e l’anteprima di “Novaria” del Bascapè. Oggi, sabato 26, alle 9.30 in Vescovado convegno storico con Sergio Pagano, Angelo Bianchi e Fabrizio Pagani seguito dalla presentazione della nuova traduzione dell’opera di Bascapè “Novaria”; nel pomeriggio alle 16 visita guidata sui luoghi novaresi del Bascapè e alle 17.30 inaugurazione della mostra “Carlo Bascapè episcopus semper paesens” ai Musei della Canonica. Domenica 27 visita al Sacro Monte di Orta. Lunedì 28 alle 10, ancora a Orta, incontro pastorale riservato ai sacerdoti. Martedì 29 alle 11 al Liceo Classico e Linguistico “Carlo Alberto” di Novara incontro per le scuole superiori con Giancarlo Andenna, Roberto Cicala, Giovanni Tesio e Dorino Tuniz. Carlo Bascapè, che fu segretario di Carlo Borromeo, operò, ancora il vescovo Brambilla, «in un’epoca analoga alla nostra, un tempo di grande trapasso. Fu tra i grandi Vescovi che tradussero in pratica la riforma. Volle riorganizzare la presenza della Chiesa, che era anche quella della società, attraverso la riorganizzazione delle parrocchie. Girò il territorio in lungo e in largo per conoscere luoghi e persone. L’opera che ci ha lasciato offre una straordinaria lettura antropologica, economica e geografica delle terre novaresi. Ci parla della coltura del riso e della malaria, delle popolazioni delle valli costrette a emigrare anche all’estero. Con le rimesse gli emigranti sostenevano le loro famiglie. Una grande opera storico e religiosa che recupera la memoria di una Chiesa radicata nel suo territorio». E anche la mostra, ha spiegato il direttore dei Musei della Canonica Paolo Monticelli, curata da Simona Gavinelli e don Mario Perotti, saprà calare il visitatore nel clima dell’epoca, offrendo un percorso ricco di testimonianze (documenti originali della Mensa vescovile, paramenti e preziosi oggetti liturgici, reliquiari, gli scritti e il testamento del Bascapè): «Una mostra completamente rinnovata rispetto a quella di vent’anni fa». La Fondazione della Comunità del Novarese è tra i soggetti che sostengono le celebrazioni: «Una iniziativa importante - ha detto il vice presidente Davide Maggi – vista la statura del Vescovo, una figura veramente alta per il nostro territorio».

Eleonora Groppetti

NOVARA - «Non una celebrazione retorica, ma l’attualizzazione di una figura che ha lasciato una traccia profonda per secoli. Una grande Vescovo riformatore che ha saputo interpretare e dare impulso al suo tempo». Le parole del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla inquadrano il significato delle iniziative promosse da Diocesi, Associazione di Storia della Chiesa Novarese e Archivio Storico Diocesano (con il sostegno di Fondazione della Comunità del Novarese Onlus, Fondazione BpN per il Territorio, Comitato Club Novaresi e Interlinea) per il quarto centenario della morte del venerabile Carlo Bascapè, 96° vescovo di Novara (1593-1615): “Carlo Bascapè vescovo riformatore. L’attualità della sua opera tra Chiesa e società”, fino al 29 settembre un ricco calendario di eventi. Un «grande Vescovo, uno dei figli più insigni della nostra Chiesa – così padre Marco Canali, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi - le cui spoglie riposano nella chiesa di San Marco». Sarà «una settimana intensa – ha detto monsignor Fausto Cossalter, vicario generale della Diocesi –, promossa nel quarto centenario della morte, avvenuta il 6 ottobre 1615. Leggere il presente guardando il passato. Un’opportunità da non perdere, legata al nostro momento storico, al rilancio del cammino della Chiesa diocesana attraverso il Sinodo». Cinque giorni di eventi. Ieri, venerdì 25 settembre, alle 18 in Prefettura la cerimonia civile “Semper Novaria” con l’apertura delle celebrazioni, la lectio magistralis del vescovo Brambilla e l’anteprima di “Novaria” del Bascapè. Oggi, sabato 26, alle 9.30 in Vescovado convegno storico con Sergio Pagano, Angelo Bianchi e Fabrizio Pagani seguito dalla presentazione della nuova traduzione dell’opera di Bascapè “Novaria”; nel pomeriggio alle 16 visita guidata sui luoghi novaresi del Bascapè e alle 17.30 inaugurazione della mostra “Carlo Bascapè episcopus semper paesens” ai Musei della Canonica. Domenica 27 visita al Sacro Monte di Orta. Lunedì 28 alle 10, ancora a Orta, incontro pastorale riservato ai sacerdoti. Martedì 29 alle 11 al Liceo Classico e Linguistico “Carlo Alberto” di Novara incontro per le scuole superiori con Giancarlo Andenna, Roberto Cicala, Giovanni Tesio e Dorino Tuniz. Carlo Bascapè, che fu segretario di Carlo Borromeo, operò, ancora il vescovo Brambilla, «in un’epoca analoga alla nostra, un tempo di grande trapasso. Fu tra i grandi Vescovi che tradussero in pratica la riforma. Volle riorganizzare la presenza della Chiesa, che era anche quella della società, attraverso la riorganizzazione delle parrocchie. Girò il territorio in lungo e in largo per conoscere luoghi e persone. L’opera che ci ha lasciato offre una straordinaria lettura antropologica, economica e geografica delle terre novaresi. Ci parla della coltura del riso e della malaria, delle popolazioni delle valli costrette a emigrare anche all’estero. Con le rimesse gli emigranti sostenevano le loro famiglie. Una grande opera storico e religiosa che recupera la memoria di una Chiesa radicata nel suo territorio». E anche la mostra, ha spiegato il direttore dei Musei della Canonica Paolo Monticelli, curata da Simona Gavinelli e don Mario Perotti, saprà calare il visitatore nel clima dell’epoca, offrendo un percorso ricco di testimonianze (documenti originali della Mensa vescovile, paramenti e preziosi oggetti liturgici, reliquiari, gli scritti e il testamento del Bascapè): «Una mostra completamente rinnovata rispetto a quella di vent’anni fa». La Fondazione della Comunità del Novarese è tra i soggetti che sostengono le celebrazioni: «Una iniziativa importante - ha detto il vice presidente Davide Maggi – vista la statura del Vescovo, una figura veramente alta per il nostro territorio».

Eleonora Groppetti

 

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