Soccorso in montagna, siglato importante accordo a Torino

Soccorso in montagna, siglato importante accordo a Torino
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NOVARA - Rafforzare la collaborazione nelle attività operative in ambienti impervi, anche attraverso la razionalizzazione dell’impiego delle risorse umane e strumentali a disposizione, perseguendo obiettivi di massima efficienza, tempestività e sicurezza negli interventi di ricerca e soccorso delle persone disperse o infortunate in montagna. Con questo obiettivo è stato siglato giovedì 14 dicembre a Torino un protocollo d’intesa tra il comando regionale Piemonte della Guardia di Finanza e il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (Sasp), facente parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas). A siglare la convenzione, alla caserma “Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta” di Torino, sono stati il comandante Regionale Piemonte della Guardia di Finanza, generale di Brigata Giuseppe Grassi e il presidente del Sasp, Luca Giaj Arcota, alla presenza dell’assessore all’Ambiente e all’Urbanistica della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia. Il Soccorso alpino della Guardia di Finanza (Sagf) e il Sasp già da molti anni collaborano in piena sinergia nel corso degli interventi in montagna e organizzano esercitazioni congiunte, anche con l’impiego di elicotteri, per migliorare l’addestramento e l’affiatamento del personale; l’accordo, quindi, spiegano i sottoscrittori «valorizza l’attività svolta “sul campo” da tutti gli operatori, consentendo di automatizzare molte procedure, per essere più rapidi ed efficienti». Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è nato nel 1954 e in Piemonte conta 12 delegazioni, 11 alpine e 1 speleologica, organizzate in 56 stazioni. Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza è invece nato nel 1965 e conta 25 stazioni dislocate sul territorio nazionale, delle quali quattro in Piemonte, a Bardonecchia, Cuneo, Domodossola e Riva Valdobbia. Oltre al personale specializzato nel soccorso alpino “tradizionale”, cioè in grado di arrampicarsi in parete per raggiungere gli infortunati o di intervenire in ambienti colpiti da valanghe, il Sasp e il Sagf dispongono di personale addestrato a calarsi dall’elicottero con il verricello, per procedere a recuperi con barella nonché di unità cinofile, abilitate alla ricerca di persone disperse in valanga o sepolte da macerie. Gli elicotteri normalmente impiegati nelle attività di soccorso sono quelli del servizio di emergenza 118, ma vengono utilizzati anche velivoli della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Como, dotati di specifica configurazione per questo genere di attività. Il protocollo d’intesa, oltre a incrementare la collaborazione, si pone l’obiettivo di integrare le competenze specifiche dei due Corpi. Mentre i componenti del Sasp sono specializzati nel soccorso sanitario in ambiente impervio, sono cioè in grado di stabilizzare e trattare ogni sorta di infortunio in montagna, gli appartenenti al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (Sagf) rivestono anche la qualifica di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, che li rende interlocutori qualificati dell’autorità giudiziaria, nei casi in cui sia necessario verificare la sussistenza di responsabilità penali in occasione di sciagure in montagna o elevare verbali, per violazioni afferenti alle norme poste a presidio della sicurezza degli utenti della montagna. I compiti del Sagf comprendono anche la vigilanza nei comprensori sciistici ed il controllo economico del territorio, in ausilio ai reparti ordinari del Corpo. «In definitiva, il protocollo d’intesa – evidenziano Sasp e Sagf - avrà il pregio di coniugare la grande capillarità nella distribuzione sul territorio montano e la funzione attribuita dalla legge di coordinamento nelle ricerche di dispersi in ambiente impervio del Sasp con le specifiche qualifiche e competenze dei militari del Sagf, in modo da garantire un sempre migliore servizio alla cittadinanza».
Marco De Ambrosis

NOVARA - Rafforzare la collaborazione nelle attività operative in ambienti impervi, anche attraverso la razionalizzazione dell’impiego delle risorse umane e strumentali a disposizione, perseguendo obiettivi di massima efficienza, tempestività e sicurezza negli interventi di ricerca e soccorso delle persone disperse o infortunate in montagna. Con questo obiettivo è stato siglato giovedì 14 dicembre a Torino un protocollo d’intesa tra il comando regionale Piemonte della Guardia di Finanza e il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (Sasp), facente parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas). A siglare la convenzione, alla caserma “Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta” di Torino, sono stati il comandante Regionale Piemonte della Guardia di Finanza, generale di Brigata Giuseppe Grassi e il presidente del Sasp, Luca Giaj Arcota, alla presenza dell’assessore all’Ambiente e all’Urbanistica della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia. Il Soccorso alpino della Guardia di Finanza (Sagf) e il Sasp già da molti anni collaborano in piena sinergia nel corso degli interventi in montagna e organizzano esercitazioni congiunte, anche con l’impiego di elicotteri, per migliorare l’addestramento e l’affiatamento del personale; l’accordo, quindi, spiegano i sottoscrittori «valorizza l’attività svolta “sul campo” da tutti gli operatori, consentendo di automatizzare molte procedure, per essere più rapidi ed efficienti». Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è nato nel 1954 e in Piemonte conta 12 delegazioni, 11 alpine e 1 speleologica, organizzate in 56 stazioni. Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza è invece nato nel 1965 e conta 25 stazioni dislocate sul territorio nazionale, delle quali quattro in Piemonte, a Bardonecchia, Cuneo, Domodossola e Riva Valdobbia. Oltre al personale specializzato nel soccorso alpino “tradizionale”, cioè in grado di arrampicarsi in parete per raggiungere gli infortunati o di intervenire in ambienti colpiti da valanghe, il Sasp e il Sagf dispongono di personale addestrato a calarsi dall’elicottero con il verricello, per procedere a recuperi con barella nonché di unità cinofile, abilitate alla ricerca di persone disperse in valanga o sepolte da macerie. Gli elicotteri normalmente impiegati nelle attività di soccorso sono quelli del servizio di emergenza 118, ma vengono utilizzati anche velivoli della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Como, dotati di specifica configurazione per questo genere di attività. Il protocollo d’intesa, oltre a incrementare la collaborazione, si pone l’obiettivo di integrare le competenze specifiche dei due Corpi. Mentre i componenti del Sasp sono specializzati nel soccorso sanitario in ambiente impervio, sono cioè in grado di stabilizzare e trattare ogni sorta di infortunio in montagna, gli appartenenti al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (Sagf) rivestono anche la qualifica di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, che li rende interlocutori qualificati dell’autorità giudiziaria, nei casi in cui sia necessario verificare la sussistenza di responsabilità penali in occasione di sciagure in montagna o elevare verbali, per violazioni afferenti alle norme poste a presidio della sicurezza degli utenti della montagna. I compiti del Sagf comprendono anche la vigilanza nei comprensori sciistici ed il controllo economico del territorio, in ausilio ai reparti ordinari del Corpo. «In definitiva, il protocollo d’intesa – evidenziano Sasp e Sagf - avrà il pregio di coniugare la grande capillarità nella distribuzione sul territorio montano e la funzione attribuita dalla legge di coordinamento nelle ricerche di dispersi in ambiente impervio del Sasp con le specifiche qualifiche e competenze dei militari del Sagf, in modo da garantire un sempre migliore servizio alla cittadinanza».
Marco De Ambrosis

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