L'assessore regionale alla Sanità sul Ss.Trinità: «Un’eccellenza»

L'assessore regionale alla Sanità sul Ss.Trinità: «Un’eccellenza»
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BORGOMANERO - Un’eccellenza nel panorama sanitario piemontese. Ha definito così l’ospedale Ss. Trinità di Borgomanero l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta intervenuto lunedì sera nella sala conferenze “Carlo Giustina” della Soms all’incontro sul tema “Sanità, il buon governo della Regione e la forza del territorio” organizzato dal locale Circolo Pd nell’ambito della campagna elettorale a sostegno della candidatura a sindaco di Corrado Rossi, appoggiato da Pd e dalla lista civica “Siamo Borgomanero”. Dopo i saluti dell’onorevole Franca Biondelli, sottosegretario al Welfare, dell’assessore regionale alle Politiche sociali Augusto Ferrari e del segretario provinciale del partito Mauro Gavinelli, Saitta ha detto: «Dopo quasi tre anni di incarico nella sanità noto che il locale ospedale nonostante le difficoltà generali ha assunto un ruolo importante nel sistema sanitario regionale. Lo vedo dai dati di mobilità che testimoniano che per alcune discipline si viene sempre più spesso a Borgomanero. E’ un dato significativo perché la forza di un ospedale la si misura nella capacità di attrarre pazienti». Superato, quindi, il rischio di una riduzione di posti letto così come era stato ventilato  qualche tempo fa? «In base a questo importante ruolo che ha assunto in ambito regionale ritengo che la questione dei posti letto verrà affrontata e risolta in modo mirato». Quale voto può dare alla sanità in Piemonte? «Se dovessi dare io un giudizio alla sanità piemontese sarebbe un giudizio condizionato. Lo Studio Ambrosetti di Milano colloca la sanità piemontese al quarto posto come eccellenza in ambito nazionale mentre secondo il Ministero della Salute siamo al secondo posto dopo la Toscana. Abbiamo un quadro di eccellenza che non sempre, purtroppo, viene percepito. Sulla qualità delle cure - ha detto ancora Saitta – gli ospedali vanno bene. Il problema grosso da affrontare e sul quale stiamo invece lavorando da tempo è l’assistenza territoriale domiciliare. E’ un grosso lavoro da attuare con la collaborazione dei medici di famiglia perché sta crescendo da parte della rete territoriale un’attenzione a questi bisogni che sino a qualche anno fa era solo concentrata sui posti letto ospedalieri. L’offerta di salute è adeguata alla domanda? La risposta è no. Questo perché è cambiata la domanda, soprattutto perché c’è più cronicità. E la risposta alla cronicità non è sempre e solo l’ospedale. E’ un problema di cure territoriali. Stiamo rimodulando l’offerta sanitaria con ospedali sempre più specializzati, affrontando il problema del dopo. Superata la fase acuta dove vanno i pazienti e come vanno seguiti? Tenerli in ospedale sarebbe una violenza. Occorre cercare di tenerli per quanto possibile a casa potenziando l’assistenza domiciliare e anche attraverso la realizzazione di strutture infermieristiche gestite anche dai medici di base. Questo per evitare di intasare il Pronto Soccorso con accessi impropri. A Savigliano, in provincia di Cuneo ad esempio, questo avviene già da tempo. In un anno dallo studio infermieristico dei medici di famiglia sono passati ventimila pazienti». Nella foto, di Panizza, da sinistra verso destra Corrado Rossi, Antonio Saitta, Franca Biondelli, Augusto Ferrari e Mauro Gavinelli.
Carlo Panizza

BORGOMANERO - Un’eccellenza nel panorama sanitario piemontese. Ha definito così l’ospedale Ss. Trinità di Borgomanero l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta intervenuto lunedì sera nella sala conferenze “Carlo Giustina” della Soms all’incontro sul tema “Sanità, il buon governo della Regione e la forza del territorio” organizzato dal locale Circolo Pd nell’ambito della campagna elettorale a sostegno della candidatura a sindaco di Corrado Rossi, appoggiato da Pd e dalla lista civica “Siamo Borgomanero”. Dopo i saluti dell’onorevole Franca Biondelli, sottosegretario al Welfare, dell’assessore regionale alle Politiche sociali Augusto Ferrari e del segretario provinciale del partito Mauro Gavinelli, Saitta ha detto: «Dopo quasi tre anni di incarico nella sanità noto che il locale ospedale nonostante le difficoltà generali ha assunto un ruolo importante nel sistema sanitario regionale. Lo vedo dai dati di mobilità che testimoniano che per alcune discipline si viene sempre più spesso a Borgomanero. E’ un dato significativo perché la forza di un ospedale la si misura nella capacità di attrarre pazienti». Superato, quindi, il rischio di una riduzione di posti letto così come era stato ventilato  qualche tempo fa? «In base a questo importante ruolo che ha assunto in ambito regionale ritengo che la questione dei posti letto verrà affrontata e risolta in modo mirato». Quale voto può dare alla sanità in Piemonte? «Se dovessi dare io un giudizio alla sanità piemontese sarebbe un giudizio condizionato. Lo Studio Ambrosetti di Milano colloca la sanità piemontese al quarto posto come eccellenza in ambito nazionale mentre secondo il Ministero della Salute siamo al secondo posto dopo la Toscana. Abbiamo un quadro di eccellenza che non sempre, purtroppo, viene percepito. Sulla qualità delle cure - ha detto ancora Saitta – gli ospedali vanno bene. Il problema grosso da affrontare e sul quale stiamo invece lavorando da tempo è l’assistenza territoriale domiciliare. E’ un grosso lavoro da attuare con la collaborazione dei medici di famiglia perché sta crescendo da parte della rete territoriale un’attenzione a questi bisogni che sino a qualche anno fa era solo concentrata sui posti letto ospedalieri. L’offerta di salute è adeguata alla domanda? La risposta è no. Questo perché è cambiata la domanda, soprattutto perché c’è più cronicità. E la risposta alla cronicità non è sempre e solo l’ospedale. E’ un problema di cure territoriali. Stiamo rimodulando l’offerta sanitaria con ospedali sempre più specializzati, affrontando il problema del dopo. Superata la fase acuta dove vanno i pazienti e come vanno seguiti? Tenerli in ospedale sarebbe una violenza. Occorre cercare di tenerli per quanto possibile a casa potenziando l’assistenza domiciliare e anche attraverso la realizzazione di strutture infermieristiche gestite anche dai medici di base. Questo per evitare di intasare il Pronto Soccorso con accessi impropri. A Savigliano, in provincia di Cuneo ad esempio, questo avviene già da tempo. In un anno dallo studio infermieristico dei medici di famiglia sono passati ventimila pazienti». Nella foto, di Panizza, da sinistra verso destra Corrado Rossi, Antonio Saitta, Franca Biondelli, Augusto Ferrari e Mauro Gavinelli.
Carlo Panizza

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