«La Provincia bocci l’impianto di Boca»

«La Provincia bocci l’impianto di Boca»
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BOCA  «La Provincia bocci l’impianto progettato a Boca, per il quale giovedì prossimo si terrà la terza conferenza dei servizi». A chiederlo a gran voce è il Comitato tutela ambiente di Boca, presieduto da Lucio Cerri. 
Una vicenda che, per la verità, non preoccupa soltanto i cittadini del piccolo paesino del borgomanerese, ma anche tutto il circondario. L’impianto di recupero argille, terre e fanghi non pericolosi intende essere realizzato dalla società Italhousing Ambiente Oleg

BOCA  «La Provincia bocci l’impianto progettato a Boca, per il quale giovedì prossimo si terrà la terza conferenza dei servizi». A chiederlo a gran voce è il Comitato tutela ambiente di Boca, presieduto da Lucio Cerri. 
Una vicenda che, per la verità, non preoccupa soltanto i cittadini del piccolo paesino del borgomanerese, ma anche tutto il circondario. L’impianto di recupero argille, terre e fanghi non pericolosi intende essere realizzato dalla società Italhousing Ambiente Oleggio srl di Borgomanero e l’area scelta si trova in via Brughiera IV, a Boca. «Da parte nostra – spiega Cerri - manteniamo ferma la nostra opposizione all’impianto di riciclo di rifiuti speciali che si vuole autorizzare sul nostro territorio. Rileviamo che le due Conferenze dei servizi del 26 gennaio e del 12 giugno e le due integrazioni fornite dalla ditta interessata non hanno a tutt’oggi fugato i dubbi e le criticità riscontrate sin dal novembre 2016». 
E per questo Cerri si domanda: «Come possiamo avere rassicurazioni sui rischi ambientali? Non da un progetto continuamente modificato; non da un progetto in evidente contrasto con quanto previsto dal piano regolatore di Boca; non da un impianto che dovrebbe sorgere in un’area dove sono già presenti edifici residenziali. Non da un progetto dove argomenti come inquinamento atmosferico, acustico e traffico, dapprima trattati con estrema superficialità, vengono poi integrati con dati e soluzioni discutibili, come il monitoraggio del traffico sulla Strada Regionale 142 di soli due giorni in giugno e una piccola copertura solo sui nastri trasportatori per eliminare le emissioni. Non da un’attività dichiarata dal proponente “di miscelazione” che invece dalle osservazioni di Arpa “sembra configurarsi come operazione di diluizione dei rifiuti in ingresso allo scopo di raggiungere i limiti di riferimento previsti”. Non chiedendo di approvare un progetto, invocando la pubblica utilità. E’ pubblica utilità una struttura o un’opera che dia alla collettività un valore aggiunto o un beneficio. Non si può parlare di pubblica utilità per questo impianto che nel migliore dei casi non darà nulla alla popolazione e al territorio».
Il comitato ha già raccolto più di 1400 firme e anche il Consiglio comunale ha espresso all’unanimità parere contrario all’impianto, facendo proprie le preoccupazioni dei cittadini. Anche la relazione redatta dal tecnico comunale incaricato dall’attuale commissario prefettizio del Comune evidenzia la non conformità a quanto previsto dal Piano regolatore. «Non vogliamo discriminare nessuno – aggiunge Cerri -. Resta il fatto che è del tutto irrazionale e contro ogni principio di corretta gestione del territorio e dell’ambiente, autorizzare un nuovo impianto su un’area già fortemente compromessa e ferita negli anni da impianti di stoccaggio, smaltimento rifiuti con gestioni talvolta irresponsabili e da concessioni estrattive con ripristini ambientali discutibili. Per questi motivi siamo fortemente preoccupati e chiediamo alla conferenza dei servizi di questo giovedì, di negare definitivamente l’autorizzazione al progetto. In ultimo ribadiamo la nostra volontà a partecipare come semplici uditori alla Conferenza dei servizi come portatori di interessi pubblici, non capendo perché questa possibilità ci sia stata finora negata». 
E se non sarà possibile essere presenti all’interno del palazzo, il comitato promette che all’esterno con un presidio non mancherà di far sentire il proprio dissenso. 

Paolo Usellini

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