Diabete: la ricerca passa da Miami

Diabete: la ricerca passa da Miami
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NOVARA - E’ stato siglato in questi giorni un importante accordo di collaborazione  tra l’azienda-ospedaliero universitaria “Maggiore della Carità”, rappresentata dal commissario Mario Minola, dal professor Gianni Bona, direttore della Clinica Pediatrica, dal dottor Francesco Cadario, come responsabile del Servizio di Diabetologia Pediatrica e il Diabetes Research  Institute della Università di Medicina di Miami (Florida) rappresentato dal direttore, il professor Camillo Ricordi. L'eccellenza del Centro di ricerca in America è legata al professor Camillo Ricordi, che ha costruito e realizzato la tecnica e le strutture per il trapianto di insule pancreatiche nell'adulto con diabete. E' attualmente, oltre che un ricercatore italiano di grande prestigio, un interprete di un moderno approccio alla ricerca scientifica.

Grazie all’Agd, associazione giovani diabetici, con presidente Fabio Braga (a destra nella foto allo stand del Corriere di Novara alla Fiera campionaria con il dottor Cadario), il professor Ricordi, invitato a un convegno lo scorso maggio, ha avuto l’occasione di prendere contatti con l’ospedale novarese da cui poi è scaturito l’accordo di collaborazione.

“L’accordo  - si legge in una nota - prevede di collaborare in un network sulla ricerca sul diabete del bambino, con scambio di dati ed elaborazione di comuni protocolli di ricerca”. Infatti, preso atto di una particolare eccellenza nel settore dell’Azienda di Novara, il professor Camillo Ricordi ha ritenuto di invitare Novara nel network da lui presieduto a Miami,  condividendo dati, progetti, e azioni da cui si possa trarre un comune vantaggio.

“L'oggetto specifico - prosegue il testo -  è elaborare un approccio di cura, all'esordio di diabete autoimmune, per preservare una funzione di secrezione autonoma di insulina”.

Il diabete tipo 1 è una malattia cronica, “in aumento progressivo, che coinvolge soprattutto bambini ed adolescenti. Comporta una cura attenta, con somministrazione di insulina e continuo monitoraggio della glicemia. Oltre che la potenziale gravità all'esordio, solo una terapia attenta e continua permette un livello di vita normale, una normale inserimento in ambito scolastico e sportivo, e poi nel lavoro. E, cosa molto rilevante, il diabete è gravato da effetti a lungo termine, noti come complicanze. Retinopatia e nefropatia conseguenti a diabete possono essere estremamente invalidanti, e rappresentano la causa più frequente di perdita visiva e di insufficienza renale acquisita. Queste complicanze, cosiddette micro-angiopatiche, unitamente ad un'aumentata aterosclerosi, nota come macroangiopatia diabetica, costituiscono un grosso problema individuale e sociale”.

A fronte di tutto questo l'interesse comune è nel studiare un approccio terapeutico "non farmacologico" all'esordio di diabete, “compatibile con la specifica età pediatrica, quando si realizza la cosiddetta "luna di miele del diabete", dopo l'avvio della terapia insulinica, in cui la secrezione insulinica riprende e il fabbisogno insulinico si riduce. Si vorrebbe consolidare questa "luna di miele", contrastare la ripresa del processo autoimmune e la definitiva perdita di secrezione insulinica endogena, con terapia di vitamina D e apporto di acidi grassi omega 3”. Un protocollo di studio è stato intrapreso a Miami e un altro a Novara. Ad un anno i primi risultati.

cl.br.

NOVARA - E’ stato siglato in questi giorni un importante accordo di collaborazione  tra l’azienda-ospedaliero universitaria “Maggiore della Carità”, rappresentata dal commissario Mario Minola, dal professor Gianni Bona, direttore della Clinica Pediatrica, dal dottor Francesco Cadario, come responsabile del Servizio di Diabetologia Pediatrica e il Diabetes Research  Institute della Università di Medicina di Miami (Florida) rappresentato dal direttore, il professor Camillo Ricordi. L'eccellenza del Centro di ricerca in America è legata al professor Camillo Ricordi, che ha costruito e realizzato la tecnica e le strutture per il trapianto di insule pancreatiche nell'adulto con diabete. E' attualmente, oltre che un ricercatore italiano di grande prestigio, un interprete di un moderno approccio alla ricerca scientifica.

Grazie all’Agd, associazione giovani diabetici, con presidente Fabio Braga (a destra nella foto allo stand del Corriere di Novara alla Fiera campionaria con il dottor Cadario), il professor Ricordi, invitato a un convegno lo scorso maggio, ha avuto l’occasione di prendere contatti con l’ospedale novarese da cui poi è scaturito l’accordo di collaborazione.

“L’accordo  - si legge in una nota - prevede di collaborare in un network sulla ricerca sul diabete del bambino, con scambio di dati ed elaborazione di comuni protocolli di ricerca”. Infatti, preso atto di una particolare eccellenza nel settore dell’Azienda di Novara, il professor Camillo Ricordi ha ritenuto di invitare Novara nel network da lui presieduto a Miami,  condividendo dati, progetti, e azioni da cui si possa trarre un comune vantaggio.

“L'oggetto specifico - prosegue il testo -  è elaborare un approccio di cura, all'esordio di diabete autoimmune, per preservare una funzione di secrezione autonoma di insulina”.

Il diabete tipo 1 è una malattia cronica, “in aumento progressivo, che coinvolge soprattutto bambini ed adolescenti. Comporta una cura attenta, con somministrazione di insulina e continuo monitoraggio della glicemia. Oltre che la potenziale gravità all'esordio, solo una terapia attenta e continua permette un livello di vita normale, una normale inserimento in ambito scolastico e sportivo, e poi nel lavoro. E, cosa molto rilevante, il diabete è gravato da effetti a lungo termine, noti come complicanze. Retinopatia e nefropatia conseguenti a diabete possono essere estremamente invalidanti, e rappresentano la causa più frequente di perdita visiva e di insufficienza renale acquisita. Queste complicanze, cosiddette micro-angiopatiche, unitamente ad un'aumentata aterosclerosi, nota come macroangiopatia diabetica, costituiscono un grosso problema individuale e sociale”.

A fronte di tutto questo l'interesse comune è nel studiare un approccio terapeutico "non farmacologico" all'esordio di diabete, “compatibile con la specifica età pediatrica, quando si realizza la cosiddetta "luna di miele del diabete", dopo l'avvio della terapia insulinica, in cui la secrezione insulinica riprende e il fabbisogno insulinico si riduce. Si vorrebbe consolidare questa "luna di miele", contrastare la ripresa del processo autoimmune e la definitiva perdita di secrezione insulinica endogena, con terapia di vitamina D e apporto di acidi grassi omega 3”. Un protocollo di studio è stato intrapreso a Miami e un altro a Novara. Ad un anno i primi risultati.

cl.br.

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